Il compendio, intitolato al capitano Umberto Masotto, occupa unitamente alle caserme Nervesa e Gasparro, un’ex area militare assai vasta che si espande per circa 6,5 ettari. Tale estensione individua il “Comprensorio Caserme Gasparro-Nervesa-Masotto”.
Il complesso fu fondato nel 1917, quando a seguito del terremoto del 1908, si rese necessario realizzare nuove strutture che collimassero con le esigenze di un territorio di basilare importanza dal punto di vista strategico-militare. Messina, nel corso dei secoli, ha avuto bisogno di fortificazioni per difendersi da potenziali attacchi via mare ed esercitare la propria egemonia nel Mediterraneo.
Nel 1895 tra il Regno d’Italia e l’Impero d’Etiopia divampò un conflitto, passato alla storia con il nome di Guerra di Abissinia (Abissinia era l’antico nome dell’odierna Etiopia).
La disfatta di Adua nel 1896 vide la distruzione dell’esercito italiano. Sulle pendici del monte Semaiata rimasero due batterie da montagna guidate da Eduardo Bianchini e Umberto Masotto con l’ordine di resistere fino all’ultimo uomo. Entrambe furono distrutte e i due comandanti morirono sul campo.
Furono poi decorati di medaglia d’oro al Valor militare. Con Umberto Masotto perirono molti militari siciliani. In memoria di questi caduti, a Messina venne eretto il Monumento alla Batteria Masotto; furono intitolati a Masotto anche il Forte Umbertino a nord di Curcuraci e la caserma destinataria degli interventi in oggetto.
L’équipe di professionisti dell’AICI ENGINEERING ha proceduto ad elaborazioni e rappresentazioni digitali mediante software BIM, attività preliminari di analisi e collaborazione integrata, progettazione definitiva ed esecutiva, rispetto dei requisiti europei sull’edilizia sostenibile, sicurezza dei luoghi di lavoro, rifunzionalizzazione tramite restauro e risanamento conservativo di alcuni fabbricati facenti parte del corpo costruttivo.
Sono stati scelti materiali certificati ed ecologici, e moderne tecnologie per la gestione degli impianti e l’ottimizzazione dei consumi.. Il compendio è sottoposto a vincolo ai sensi del D.Lgs 42/2004 che tutela il patrimonio culturale. Il progetto è stato presentato al SAIE di Bologna come esempio di modellazione BIM.